Clean up – Un messaggio per le nuove generazioni

Un’ idea nata per caso, ma non troppo…

Agli inizi degli anni ’90, la protezione del Mar Rosso era cosa sconosciuta, soprattutto da parte dei suoi abitanti. Bottiglie di plastica, lattine di olio dei motori, sigarette, qualunque cosa non servisse più, buttata in mare senza nessuno scrupolo, quasi fosse, il mare, una grande discarica, un pozzo nero senza fine. Nonostante l’apertura al turismo e i grandi guadagni che la bellezza di quel mare assicurava, per troppo tempo il Mar Rosso, come la maggior parte degli Oceani di tutto il mondo, non è stato adeguatamente tutelato, venendo esposto all’ incuria e a un inquinamento massiccio.

Negli ultimi tempi fortunatamente appaiono i primi segni di una volontà di cambiamento. Principalmente su impulso delle nuove generazioni, si sta riscoprendo l’importanza di avere oceani in salute, e si sta valorizzando la ricerca di una convivenza non invasiva con l’Ecosistema marino. A una maggiore sensibilità culturale sta facendo seguito la nascita di agenzie governative specializzate, e l’adozione di linee guida comuni. Tuttavia la strada per un ripristino della salute del mare è ancora lunga, e sfortunatamente seri danni sono ormai stati fatti.

L’isola di Gubal , un punto di approdo notturno per le barche da crociera che attraversano il canale di Suez ne è un esempio lampante. In tutti questi anni, arrivando a Gubal, ci siamo fermati per visitare l’isola, per passare una serata, per vedere tramonti indimenticabili, per fare il bagno in un mare cristallino con una sabbia bianca accecante.

Ma ogni volta ci siamo sempre fermati solo sul lato sud dell’isola, quasi intimoriti di affacciarci sul lato nord.

Perchè ? A causa della prossimità dell’isola alla rotta del Canale di Suez, negli anni le sue sponde settentrionali sono state ricoperte da ogni genere di rifiuti scaricati dalle navi merci in transito, portati poi a riva dalle correnti. Lampadine, bottiglie di vetro e di plastica, reti da pesca, lattine di ogni genere, neon, polistirolo, catrame, a cui si aggiungevano, come se non bastasse, anche i resti di serate allegre e maleducate, da parte di crocieristi subacquei senza educazione né coscienza.

Ma a noi vedere quei luoghi che amiamo così ridotti ci procurava troppa frustrazione, e abbiamo deciso di passare all’azione, e seguendo le indicazioni delle nuove generazioni (in particolare di mio figlio Pablo), abbiamo deciso di iniziare un programma di clean up, che ha reso possibile, con la partecipazione dello staff e degli ospiti delle crociere, settimana dopo settimana, la raccolta di buona parte dei rifiuti, smaltendoli una volta tornati a terra.

Oggi l’isola, seppur dipendendo dalla costante protezione e attenzione dei suoi ospiti, sta tornando alla sua antica bellezza, e gli ospiti delle crociere di Red Sea diving & Cruise sono più consapevoli della cura necessaria per proteggere quei luoghi della Terra tanto fragili quanto essenziali.

“insieme è un bel posto dove andare”

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